Il senso delle cose



E’ difficile parlare senza rischiare di imbrattare con la materia la sostanza spirituale che è il senso di ciò che stiamo vivendo. Il messaggio ora è chiaro. Dio è presente con la sua divina persona nella storia e nella croce che oggi affligge l’umanità e, in particolare, le nostre città, la nostra nazione. Dio è presente con il suo Spirito e ci mette in condizione di guardare a Lui. Ci chiede di guardare a Lui. E la Regina della Pace ci invita ad ascoltare quello che Dio vuole dirci. In questo momento colorato così densamente dei colori della eternità, di quella luce che non è naturale, ma è quella del primo  giorno della creazione, la luce della Sapienza di Dio, del Verbo, del Lògos, ho una consapevolezza irreversibile che non è possibile tornare alle cose di prima, come la scrofa al suo vomito. La storia va irreversibilmente verso il suo compimento, verso la Parusìa, il ritorno di Cristo a prendere ciò che è suo. In questo momento in cui Dio ci chiama e ci permette in un modo straordinario di affacciarci alla finestra  della eternità, Egli  ci mostra che questa è la verità della nostra condizione e che da questa non possiamo più prescindere. Non possiamo ignorarla. Non possiamo più fare finta di niente. Questo tempo straordinario e privilegiato, in cui Dio ci mette nel deserto e ci dà la occasione di una vera e profonda conversione a Lui, passerà. Nei tempi e nei modi che Lui vorrà, probabilmente passerà, anzi forse sta già passando. Ma occorre vedere che segni avrà lasciato nel nostro cuore, nel nostro modo di vedere le cose, di intendere la vita, il nostro impegno, gli affetti, le occupazioni. Io spero che l’uomo possa tornare a Cristo. E’ stato bellissimo avere tempo per stare in famiglia, per pregare, per vedere il Santo Padre impersonare la umanità intera e salire verso la croce, impetrando l’aiuto nella tempesta. Come dice Padre Livio, in questa barca in cui è, l’uomo ha forse fatto scendere Cristo e salire il Drago. Occorre che Satana scenda, torni nelle oscurità degli antri infernali dove si è voluto cacciare per tentare di sfuggire a Dio ed al suo Cristo. E’ stato bellissimo pregare il rosario in famiglia, vedere Cristo riapparire al centro della storia e nei giorni degli uomini, delle radio, delle televisioni. Sentire la gioia nel cuore, pur nei dolori che questa prova ha riservato a molti di noi. Dopo, non potrà più essere la stessa cosa. Questa prova passerà e, con essa, una occasione forse unica di riflettere sulla vita, sul suo senso, sul suo destino, sulla sua fine. Altre prove, forse più gravi ed impegnative, ci sono riservate nei prossimi tempi. Altri dolori, anche maggiori. Ma già da oggi noi non possiamo più tornare alla vita di prima. Abbiamo davanti la possibilità di cogliere e contemplare dal vivo il senso profondo delle cose e della vita e di questo nostro tempo che stiamo passando su questo pianeta così martoriato: Dio vivo e presente. Il Creatore di tutto, nostro Padre infinitamente buono, che con indulgenza di chiama, ci aspetta, ci tocca nella carne, come Giobbe, per riportarci alla realtà ed alla conoscenza di Lui che c’è, esiste e vuole che lo incontriamo e lo conosciamo per dirci che non ci ha creati per il dolore e per la dannazione, ma per Lui, e che in Lui possiamo avere tutto. Questo tempo passerà. Ma anche ora se questo dovesse essere il prologo della fine, il cuore esulta nella imminenza e nella possibilità dell’incontro con Gesù risorto. Nella possibilità, infine, di poterlo abbracciare e stringere con forza con tutti i nostri cari e chinare, come Giovanni, il capo sul suo petto fino a che i battiti del suo cuore non ci facciano impazzire.

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