Verso l'epilogo
Scivoliamo
lentamente verso la fine della emergenza. Il Covid torna nel suo covo, morti e
contagi svaniscono pian piano verso il nulla, le vie e le piazze timidamente si
ripopolano. Cinzia parla in tivù a sat duemila, in mezzo a cinque dei suoi
sette figli. Il dolore rifà capolino. I vescovi proclamano l’affidamento dell’Italia
al Cuore Immacolato di Maria e poi spacciano le registrazione, senza
consacrazione, per la diretta da Caravaggio. Più che pastori sembrano politici.
Che stomaco, che mestiere ci vuole per farsi gioco del popolo e della Madre di
Dio! Che credibilità possono ormai avere questi uomini di chiesa? Già avevo
cominciato a conoscere la vera pasta di qualcuno di loro, qualche mese fa. Come
si concilia l’abitudine spregiudicata alle piccole (e grandi) menzogne con la
purezza del cuore del cristiano? Che dire della indifferenza di questi vescovi per
lo scandalo suscitato nel cuore del popolo, e dei piccoli? Pare, questa, una
Chiesa dimessa e subalterna. Subalterna allo Stato, alla politica. Una Chiesa
che si mette di mezzo, attutendola, tra l’uomo e la potenza dello Spirito
Santo. La santità della porta accanto pare essere solo quel barlume di bontà
che ciascuno possa fare, sulla proprie sole e misere forze. Ma Dio fa volare su ali di aquila. Una Chiesa che dorme. E che tace. Parla sottovoce, o tace sui
misfatti della politica contro il matrimonio, la famiglia, la sessualità, la
vita. Sostiene le forze politiche che li promuovono. Fa finta di nulla. Questa
Chiesa io penso che non converte nessuno, ma viene usata per dare all’abominio
in atto una giustificazione morale o la sua colpevole parvenza. Sto leggendo in
questi giorni il Diario di Santa Maria Faustina Kowalska, pervaso dalla tempesta,
anzi dall’uragano di amore da cui la sua anima è stata travolta e subbissata. Come vittima.
Io credo che difficilmente sia possibile trovare in un’anima i vertici e la
potenza d’amore che si trovano in questo libro. Come mi trovo oramai a preferire di
gran lunga i viaggi di Santa Maria Francesca Cabrini ad On the road di Kerouak. Ad un certo punto Suor Faustina si offre a
Gesù Cristo per essere con Lui vittima di espiazione per i peccatori.
Le parole con le quali si offre sono travolgenti, potenti come il fuoco in un
incendio di amore che mi fa toccare con mano tutta la mia miseria e piccolezza,
e quanto io sia lontano anche solo da un’ombra di quello che è il vero amore.
Capisco perché il mondo non può essere salvato che con la espiazione. Capisco
perché questo è quello che ha accettato Gesù. Suor Faustina ad un certo punto
dice di desiderare la sofferenza al punto da non sentirla più come sofferenza,
ma di esserne lieta. Più soffro, dice, più posso dimostrare a Gesù quanto lo
amo, meno soffro, meno il mio amore è puro. E io che debbo dire innamorato come
sono della mia comodità, dello star bene, del benessere? Un borghese da quattro
soldi eppure non posso avere disprezzo di me perché Gesù è venuto per salvare,
non per giudicare, ed il suo più grande attributo è la misericordia,
rappresentata dai due raggi, uno chiaro, uno rosso, che escono dal suo costato
nel dipinto da Lui stesso chiesto a Suor Faustina. Misericordia che è per tutti gli
uomini, nessuno escluso. Qui si manifesta ancora una volta tutta la mia stupida
stoltezza, perché in questi giorni più volte andavo ripetendo Gesù, di Te in
questa generazione non interessa a nessuno, che annuncio vuoi andare a fare?
Che brucino! Ma la sua dolorosa passione è, precisamente, anche per gli uomini di questa
generazione. Per essi hanno partecipato alla espiazione anche anime come quelle
di Santa Faustina Kowalska, di Suor Mariana Torres de Jesus, di Santa Teresina
del Bambin Gesù. I loro dolori, associati a quelli di Cristo, sono per i
peccatori, anche per me e per questa generazione. Se solo potessi provare la
disperazione ed il vuoto che c’è in tanti cuori e tante anime che io così
mostro di disprezzare, penso che giudicherei di meno, sapendo da quali tormenti
sono afflitti in particolare coloro che non hanno fede. Ad essi vada non il mio
giudizio, tanto meno quello di Gesù, ma la sua dolorosa Passione, rivissuta
nelle anime da Lui a tal fine elette. La misericordia postula e richiede l’espiazione
per i peccati altrui. E’ l’unica strada perché essi possano avere una speranza,
e tornare. Non si possono vanificare i dolori di Cristo e delle anime elette
dei martiri. Dice a un certo punto Suor Faustina che amare è fare la volontà di
Dio. Questa cosa non mi è mai stata prima d’ora così chiara. Occorre pregare ed
intercedere prima di tutto per i pastori, i vescovi ed i sacerdoti, che per
primi hanno la responsabilità del gregge, e delle anime. E poi per tutti noi,
per i più apparentemente sciocchi e vanesi, per i disperati, per i sazi di beni
terreni e disperati di quelli eterni, per i più indifferenti e per i nemici. A
questo ci chiama Dio.