Green, i conti non tornano

Immagine tratta da: https://www.enelgreenpower.com/it/learning-hub/energie-rinnovabili/energia-eolica/parco-eolico

 Quando ero bambino avevamo la stufa ed il carbone era stipato in cantina. Al bisogno occorreva scendere quattro rampe di scale (abitavamo al secondo piano) con il secchio di latta e riempirlo a colpi di badile. Poi, in casa, si apriva lo sportellino superiore della stufa e la si alimentava con un paletta che pescava nella massa di pezzi nerastri, leggeri e stridenti come il polistirolo. Il carbone aveva un suo fascino arcano. E il giorno della befana arrivava nella calza ad attestare che ero stato cattivo, ma era di zucchero. A raccontarle oggi, in tempi di decarbonizzazione, queste dei ricordi di infanzia paiono attività irresponsabili, quasi criminali, si direbbe. Il carbone oggi è sinonimo di CO2, di polveri sottili, di malattie alle vie aeree, di surriscaldamento globale, di cambiamento climatico, così da essere bandito come un appestato. Ciò non di meno molte delle grandi economie mondiali viaggiano ancora sull’onda energetica a basso costo fornita da questo umile combustibile fossile. Non che non si debba regolarne l’uso e l’impatto. Tanto meno esecrare altre fonti energetiche. Ma il mondo moderno decisamente veleggia, è il caso di dire, perentorio verso gli eterei e lindi lidi delle fonti rinnovabili. Per esempio della energia eolica. Energia pulita, sostenibile, si dice. Con impatto neutro sull’ambiente. E così gli ondulati declivi appenninici ed alpini si popolano, così come la home page del sito internet di ENEL, di giganteschi pali, sormontati da ciclopiche eliche. La narrazione ufficiale, made ecologismo verde, ci ha ormai convinto tutti che la sopravvivenza ed il futuro stiano qui, nelle rinnovabili. Ma basta parlare con chi si occupa di energia sul serio per capire che qualcosa non funziona, e che i conti in primis della sostenibilità non tornano. Basta leggere, p. es., il report di Mark P. Mills, Senior Fellow del Manhattan Insitute, ‘The “Energy Transition”Delusion: A Reality Reset’, pubblicato lo scorso agosto, per avere più di un sospetto che i governi europei e la stessa UE stiano lavorando ad un immenso flop, convogliandovi ricchezze enormi rastrellate dalle tasche della povera gente, che per l’energia verde, molto più costosa di quella tradizionale, deve tirarsi il collo e la cinghia. In tempo di elezioni ho sentito dire al segretario di un noto partito politico che la priorità del suo partito era la lotta al cambiamento climatico. Come dire la lotta all’alta marea o al ciclo dei pianeti. Che richiama idealmente l’altra lotta che un grande della letteratura mondiale, Miguel De Cervantes, aveva epicamente rappresentato nelle gesta del suo eroe cavalleresco, Don Chisciotte della Mancia, contro i mulini a vento che ritroviamo evocativamente riprodotti, in versione aggiornata, nei moderni parchi eolici. A rappresentare icasticamente la inutilità di una lotta titanica all’insegna della nuova idolatria verde (che, assieme alla transizione ecologica ci prepara pasti a base di carne sintetica e di latte di scarafaggi), contro disastri inesistenti, espressione degli incubi e dei fantasmi di un ecologismo malato. E probabilmente di un certo senso degli affari. C’è infatti da chiedersi che visione di uomo stia dietro certi deliranti programmi della governance occidentale. Ma la finanza green ha comunque decuplicato i guadagni.

Piacenza, 1 novembre 2022, Ognissanti.

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